In questa nuova tappa del mio viaggio, vi conduco, per incontrare Santa Maria Maddalena in luoghi inattesi, in luoghi alquanto dimenticati, ma pur custodi di antichi segreti legati a Lei, l’Apostola degli Apostoli; Lei che rappresenta lo strumento migliore per insegnare ai cristiani di oggi qual è il ruolo della donna nella chiesa e nella società. E’ indispensabile chiedersi chi fosse veramente Maria Maddalena! Questa è la parte più importante di tutta la faccenda, poiché, l’intero messaggio di Maddalena corrisponde all’importanza della donna nella vita di Gesù.
Maddalena fu la donna prediletta da Gesù, alla quale l’incontro con Lui cambiò radicalmente la sua vita per sempre ed in meglio. Maria Maddalena è colei che, per seguire il Maestro, lascia la sua vita, la sua famiglia, il suo dna, incurante dell’appellativo conseguente che le venne per secoli erroneamente attribuito di peccatrice e altro ancora. Lei, l’altra metà di Cristo, non è mai stata la peccatrice descritta dalla tradizione ecclesiastica, piuttosto una donna libera, iniziata, capace di non sottostare alle regole del suo tempo. Una coraggiosa guerriera d’Amore. Maria Maddalena fu molto importante, e, con la benedizione di Cristo, divenne così la donna più attiva nella predicazione. Prova di ciò è che il suo nome è citato nei Vangeli in più occasioni, rispetto a quello degli Apostoli.
Alla luce di quanto esposto, la sua memoria ci porta, inesorabilmente, a scoprire alcune sue tracce anche sul nostro territorio italiano.
Tenendo fede alle mie sensazioni, penso di poter affermare che la presenza di Maddalena sulla nostra terra è dovuta a due momenti salienti della storia: il primo riguarda il suo lungo viaggio via mare dalla Palestina verso l’Europa, ragion per cui, sicuramente alcune tappe sono avvenute sulle nostre coste; il secondo riguarda la relazione importante che successivamente Matilde di Canossa ebbe con la sua “ava” Maddalena, ragion per cui, la Grancontessa non esitò a far costruire monumenti, monasteri e chiese ovunque, in suo nome e ricordo (le “Terre di Canossa” saranno una prossima tappa del mio viaggio che vi racconterò prossimamente).
Procedendo per gradi, ora andiamo a sviscerare il primo punto: il tragitto che Maria Maddalena ha percorso nel Mar Mediterraneo. Mi sembra più facile “riconoscere” Maddalena davanti ai nostri occhi, se possiamo visualizzare nel nostro immaginario un’ipotetica “mappa nautica” delle sue tappe italiane, in questo modo: Sicilia, Puglia, Sardegna, Isole Bocche di Bonifacio, Corsica, Liguria. Dunque, se così fosse stato, significa che prima di approdare in Provenza, Maddalena avrebbe lasciato la sua impronta sulla terra italica, e questo spiegherebbe anche la sua voce: ”…mi avevano detto di arrivare qui (Provenza) altre genti incontrate durante le mie precedenti tappe nel mare mediterraneo… molte genti mi hanno accolta con il cuore e con l’amore… perché potessi proseguire”. Ma anche se così non fosse stato, gli apostoli stessi Pietro e Paolo, come altri evangelizzatori nel tempo successivo, avrebbero portato la parola di Gesù Cristo, come di Maddalena, fra le genti e presto anche il culto maddaleniano si sarebbe diffuso, al di là della certezza della presenza fisica originaria di Maddalena nei luoghi nominati.
Soffermiamoci in Sardegna. Approdiamo su quest’isola meravigliosa del nostro mare, una terra anch’essa misteriosa e molto antica, dovuta alla presenza dei famosi nuraghi, abitati da popoli mercenari del mare, nominati shardana e conosciuti come guerrieri giganti. Il fascino della terra è intrinseco all’origine di questi abitanti, e qui mi sento sempre a casa, ogni volta che vi giungo.
L’isola parla di vita, vita sacra e con essa vi è anche Maddalena. Nel VI secolo, per volontà del papa Gregorio Magno quasi tutta la Sardegna fu evangelizzata e cristianizzata, favorendo la diffusione di monasteri dipendenti dai Benedettini delle isole toscane, come continuò poi ad avvenire per tutto il Medioevo: la storia religiosa iniziò quindi sotto il concomitante segno di Maddalena e dei monasteri di San Benedetto, che a lei furono sempre profondamente legati. I secoli di presenza benedettina più fiorenti furono proprio quelli in concomitanza con il periodo nel quale si colloca la fortuna del pellegrinaggio a Vezely in Borgogna e la localizzazione della grotta Sainte-Baume in Provenza. Inoltre, fu proprio grazie ai monaci benedettini, provenienti dall’abbazia di San Vittore di Marsiglia, detti Vittorini, giunti in Sardegna intorno al 1080, che fu introdotta in Sardegna una profonda devozione a Maddalena, così già radicata nelle loro terre di origine provenzale, tanto che in tempi brevissimi, essi portarono una distintiva architettura nella costruzione delle loro chiese e svilupparono intensi traffici con la Provenza.
Era del resto la posizione stessa delle Bocche di Bonifacio a porle in inevitabile contatto con la Provenza tramite le rotte marittime, proprio come stiamo facendo noi oggi, nel nostro viaggio immaginario. Il percorso di Maddalena verso le coste francesi, ricalca, in effetti, l’itinerario seguito dai Focesi verso nord-ovest, quando andarono nel 600 a.C. a fondare Marsiglia, sotto la protezione di un culto femminile già presente, la sacerdotessa Artemide.
In Sardegna, i Benedettini scomparvero entro la metà del XV secolo, ma non per questo declinò la devozione verso Maria Maddalena, patrona ugualmente dei nuovi Ordini Mendicanti sorti da poco. Gli Aragonesi allora favorirono la nuova presenza di Francescani e Domenicani, pur restando molto legati anch’essi alla devozione verso Maddalena. Proprio in ambito domenicano troviamo due testimonianze scritte della devozione popolare verso le reliquie di Maddalena conservate a Saint-Maximim da parte di un corso e di un sardo. Entrambe attestano che nelle due isole (Sardegna e Corsica) la devozione verso Maddalena era in quell’epoca fortemente legata alla Provenza.
Nella nostra mappa nautica, una strana calamita ci porta verso le isole situate nello stretto delle Bocche di Bonifacio. Un Paradiso di colori dal turchese allo smeraldo, dal rosa al corallo, dal bianco all’oro, tutto è un brillare e scintillare di emozioni offerto da questo paesaggio dell’Eden. Ci aspetta uno scenario della Natura veramente magico e lì ci aspetta anche Maddalena.
Il traghetto che da Palau mi stava portando all’Isola della Maddalena apriva davanti a me immagini paradisiache, legate a profonde sensazioni di aspetti femminili: la grazia, la dolcezza, la sensualità, l’affabilità e molto altro. Osservando il paesaggio dal traghetto, lentamente si apriva in me una visione sempre più chiara di luoghi che avessero in sé qualcosa di familiare che avevo già trovato da altre parti, come la baia di San Paolo a Rodi e la grotta di San Giovanni a Patmos. Ecco, il trovare un’isola totalmente dedicata a Santa Maria Maddalena, l’Isola della Maddalena, con accanto un’altra isola dedicata a Santo Stefano, richiamava in me connessioni profonde e uniche che mi portavano a ricordare la Terra di Palestina e le origini del nostro Cristianesimo.
Una volta approdata, toccando terra, all’improvviso la sensazione cambia, c’è qualcosa che disturba e non sai che cos’è… Lentamente qualcuno ce lo spiega: è un marinaio seduto sulla banchina del porto, osserva il mare, fuma un pezzo di sigaro e si rivolge a noi. “Ehh già, ora, qui sull’isola, purtroppo si vive qualcosa di irreale e completamente diverso, dovuto alla prolungata e massiccia presenza delle basi militari americane dei decenni passati, tutto il resto si è dimenticato, assopito ed insabbiato”. E’ evidente agli occhi di tutti la desolazione rimasta dopo la partenza dei militari americani, eredità triste di un periodo fiorente e ricco, solo completamente nelle mani americane. Fortunatamente, la testimonianza degli indomiti maddaleniani di oggi, che non si sentono sardi, è quella di fare “rifiorire” l’isola da ogni punto di vita, cioè riportare in luce la vera essenza e la vera identità di questa terra, terra del sacro femminile, che fa capolino in ogni angolo del villaggio, in ogni sguardo di chi è nato qui e non vuole dimenticare le proprie antiche radici… così, questo è il tempo della rinascita anche per l’Isola della Maddalena.
Si legge: “Nelle Isole Intermedie abbandonate, dove i ruderi degli antichi insediamenti monastici di allora erano ormai le sole testimonianze della passata vita spirituale, poco alla volta riprese ad insediarsi una modesta popolazione, in accordo con i monaci dell’ex convento di Santa Maria inter insulas de Budellis. Erano pastori corsi, in cerca di pascoli temporanei, che dal XVI secolo portavano sulle isole il bestiame durante i mesi invernali e tornavano a Bonifacio quando con la stagione estiva il pericolo delle razzie turche e barbaresche tornava a farsi incombente. A Bonifacio portavano al fonte battesimale i figli nati durante l’anno e ritrovavano la devozione ai loro santi, che anno dopo anno desiderarono avere anche nelle nuove terre isolane, dove avevano costruito le prime case in pietra, nell’interno di La Maddalena, presso una sorgente. Proprio qui, costruirono nel 1768 la prima nuova cappella, segno della vita che tornava a riprendersi queste piccole terre, e la dedicarono alla Santa dalla quale aveva preso il nome l’isola: Santa Maria Maddalena.”
Davvero, Maddalena è qui giunta dal mare, metaforicamente o no, non una, ma certamente più volte! Con i Benedettini nei primi secoli dopo il Mille; presidio cluniacense sulla rotta verso il Mediterraneo orientale; con i fratelli Francescani che fin dall’inizio la venerarono a Vezelay; con i Domenicani che ne custodirono le reliquie in Provenza; con i corallari marsigliesi al lavoro con i pescatori sardi; con i genovesi memori della chiesa a lei dedicata nel cuore della loro città lontana; tanto che la domanda da porsi sarebbe non sul come Maddalena abbia lasciato qui il suo nome, ma davvero come avrebbe potuto non lasciarlo!
La leggenda più diffusa tra le tradizioni locali di culto alla Maddalena l’isola, vuole che la Santa, durante il presunto viaggio dalla Palestina, su di una fragile barca senza timone né vela, possa essere approdata per volere divino tra queste isole e precisamente sulla maggiore, spinta dal vento di ponente. Il vento di ponente viene tutt’ora preso in considerazione nella tradizione orale molto radicata sull’isola Maddalena dove nei giorni intorno alla festività patronale del 22 Luglio, si aspetta l’arrivo della Santa dal mare con il vento di ponente, che immancabilmente si presenta e domina le Bocche: considerando l’alternanza dei venti in quel particolare periodo meteorologico di fine luglio, ciò si verifica quasi ogni anno. Quasi tutti i maddaleniani, se intervistati, ricorderanno questa famosa leggenda, dove si evidenzia la tradizione di una fortunosa sosta della Santa nell’arcipelago, portata dal ponente, vento che la fa da padrone in queste Bocche.
La sera del 22 Luglio di quell’anno era tutto pronto, come ogni anno. Ero molto emozionata poter seguire nel pomeriggio tutti i preparativi per la Festa, dove ogni dettaglio aveva la sua importanza: gli addetti all’organizzazione vestivano tutti una maglietta blu con il logo di Maddalena, erano molto attenti e meticolosi nel sistemare le sedie, attenti a distribuire i biglietti, attenti perfino a come venivano allacciati i nastri per addobbare i lampioni che contornano la piazza, davanti alla sua Chiesa. Tutto perfetto, tutto fatto con amore, per Lei, per la patrona dell’Isola, per colei che protegge gli isolani, per colei che fu accolta e amata nel suo peregrinare, così ora Lei ricambia quello stesso amore, da sempre. La memoria della processione in barca che scorre per tutta la baia rimanda alla visione dell’arrivo di Maddalena sulle coste dell’isola.
Le lacrime scendono per tanta commozione, nel pensare che Maddalena è passata così vicina a noi, per lasciare la sua traccia ai posteri, per lasciare la sua presenza ed i suoi profumi balsamici in mezzo a noi, persone di altro tempo, ma con la stessa matrice nel cuore: quella di riconoscere la vera Maria Maddalena, per la sua unica bellezza e per la sua infinita, amorevole spiritualità.
Ecco l’eredità di Maria Maddalena che ho incontrato sull’Isola della Maddalena.
Un invito ad andare e scoprire quella speciale bellezza.
Paola Bizarri
“Duc in altum!”
LC. 5, 4